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«Il Laudano di Brancaccio è un lenimento alla nostra inerzia, una paradossale spinta a muoverci/partire. La chiave di tutto è forse nel testo “XXIX”, con l’augurio/rivelazione quasi una sfida alla semenza umana. […] Tutto finisce per svolgersi in una sorta di sabba ipnotico, mentre “la solitudine pigola a ritmo di rumba che non sa di suonare lo schianto del cielo”».
Giuseppe Napolitano

«In un equilibrio che sembra via via trovare un assestamento nel codice espressivo, dovendo conciliare l’insorgente bisogno di verità e di autenticità che è nell’animo di Brancaccio con l’esigenza di un’arte purificata dell’effimero e del superficiale, la forma e lo stile di Laudano sembrano ritrovare una sorta di efficacia ed un recupero della funzione della poesia agli albori del nuovo millennio».
Dante Cerilli