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Foglio Volante n°6 Anno XXXIII Giugno 2018

 

Tre stelle di speranza

Da diversi anni ormai, il gruppo esperantista “Tri steloj” opera su territori che abbracciano tre regioni italiane: Molise, Lazio e Campania. Fondatore e promotore del gruppo è stato da sempre Amerigo Iannacone. «Avevo imparato l’esperanto, da autodidatta - afferma Iannacone - su un manuale di Bruno Migliorini acquistato nella primavera del 1982. Nell’esperanto avevo trovato oltre alla praticità didattica e quindi alla facilità di apprendimento, una duttilità del materiale linguistico e una eufonicità che si prestavano magnificamente all’uso poetico» (A. Iannacone, C’ero anch’io, Edizioni Eva, 2017, p.54). Così dagli anni 80 iniziò la sua opera di diffusione - nell’area geografica posta a cavallo tra Molise, Lazio e Campania - dell’esperanto, lingua della pace tra i popoli e lingua che valorizza la lingua madre di ciascuno. L’esperanto, infatti, «lingua pianificata, nata nel 1887 da un’idea del polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, si propone come seconda lingua di tutti per la comunicazione internazionale.
L’esperanto è nato con questo fine e ha le caratteristiche giuste: è facilissimo e si può imparare in brevissimo tempo, anche da autodidattie poi è una lingua di tutti in generale e di nessuno in particolare e quindi mette tutti sullo stesso piano, rispettando ogni lingua e ogni parlata» (A. Iannacone, C’ero anch’io, p. 171). In questi quasi 40 anni di intensa attività si sono susseguiti numerosi corsi di vario livello in diverse città della zona, in particolare Venafro (IS), San Vittore (FR), San Pietro Infine (CE), Formia (LT). Allo stesso modo sono stati scritti e pubblicati tantissimi libri di ogni genere sia sull’esperanto, sia in esperanto, sono stati organizzati eventi tra cui presentazioni di libri, ma non solo.
Portavoce costante dell’esperanto, da ben 33 anni (cioè dal 1986), è la rivista mensile “Il Foglio Volante – La Flugfolio” che parte dalle Edizioni Eva di Ceppagna (frazione di Venafro e paese di Amerigo Iannacone) e che si diffonde in tutta Italia e anche oltre i confini nazionali, che da 30 anni oltre a parlare di “letteratura e cultura varia”, condivide articoli in esperanto e sull’esperanto.
Tra le umerose iniziative locali susseguitesi negli anni, persino nel 2009 la città di Cassino ha ospitato il 76° Congresso Italiano di Esperanto. Ed è proprio nel 2009, nel contesto organizzativo del Congresso che nasce ufficialmente il gruppo “Tri steloj”, dall’unione degli perantisti locali attivi da decenni sul territorio che si sono resi disponibili per far parte degli organizzatori del Congresso e che hanno anzi invitato il Congresso in questa parte d’Italia. Il Congresso nazionale si tiene ogni anno in una città diversa.
Dopo il Congresso di Cassino, il gruppo è rimasto sempre attivo sul territorio, pur non toccando mai numeri di iscrizioni particolarmente notevoli. La proposta di nuovi corsi si è rinnovata ogni anno, riuscendo talvolta anche a svolgere un lavoro di promozione della lingua nelle scuole. Inoltre, dal 2015 il gruppo “Tri steloj” festeggia a Venafro la giornata della lingua madre, occasione in cui vengono avvicinati anche nuovi aspiranti esperantisti. Il 21 luglio 2017, sempre a Venafro, col patrocinio della Federazione Esperantista Italiana e del Comune di Venafro è stato realizzato un evento dal titolo “Esperanto e musica”, anche quest’ultimo non rivolto in modo specifico agli esperantisti, ma concepito come evento aperto a tutti per far conoscere la lingua. Per l’occasione, oltre alla presenza di rappresentanti della FEI, un duo locale costituito da chitarra e voce ha allietato la serata eseguendo sia canzoni originali in esperanto sia canzoni celebri di altre lingue tradotte in esperanto. Nell’anno sociale 2017/2018, il gruppo “Tri steloj”, in collaborazione con l’associazione culturale “Deus Day” di Cassino è riuscito a organizzare un corso nelle scuole medie di Cassino, tutt’ora attivo. Non si esclude tra l’altro per il prossimo anno un corso anche su Isernia.
L’ultimo importante appuntamento c’è stato sabato 24 marzo a Venafro, dove è venuta a incontrarci Michela Lipari, presidente nazionale della FEI. Per l’occasione erano presenti Gianfranco Molle, presidente del gruppo “Tri steloj”, Antonio De Cristofaro, docente dell’Istituto Italiano di Esperanto, Cattedra di Campobasso, oltre che studenti locali del corso di quest’anno e dei corsi degli anni precedenti.
Tempo proficuo di confronto, di condivisione e sempre di nuova e accesa speranza, che del resto è caratteristica ontologica dell’esperanto, la lingua che – appunto, già etimologicamente – spera.

Chiara Franchitti

 

L’Aquilone
Poesia giovane
A cura di Antonio Vanni

Vivere

Finestra non blocchi lo sguardo
perché non scruto con gli occhi ma con il cuore,
ha una vista perforante,
mi guida è il mio timone,
non blocchi la voce
perché non parlo con la bocca ma con i sentimenti,
sono impercettibili, mi elargiscono emozioni,
non blocchi il corpo
perché viaggio con l’anima,
racchiude ogni luogo, ogni cosa, mi sorregge,
scruto, parlo, percorro con cose che mi rendono libero.
Sei nel mezzo tra me e il mondo,
ma ho i mezzi per poterlo vivere.

Simone Principe 19 anni

 

Renzi e Lucie

In ogni più minuscolo angolo del pianeta
tribolano ancora Renzi e Lucie,
vittime ignorate dalla storia
ma amate da un Creatore
infinita-Mente più grande
del pur sommo Manzoni: Dio.

9 dicembre 2017
Gerardo Vacana

  • Autore
  • Rossella De Magistris
  • Titolo
  • In cammino
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 122
  • Anno
  • 2018
  • Prezzo
  • € 10,00
  • Isbn
  • 978-88-94866-15-5


Si è messa “in cammino” un po’ tardi, Rossella, ma ha ancora tanta strada da fare – ed è commovente accompagnarla in questo suo percorso di rilettura esistenziale affidata alla poesia. Ha scritto per anni, conservando in quaderni sparsi i suoi testi, nemmeno pensando seriamente ad una possibile pubblicazione, ad una condivisione del suo vissuto poetico. Ora che ha deciso di offrirsi e misurarsi con un pubblico, sta sistemando con passione e pazienza quei quaderni, e va componendo sillogi organiche – In cammino è la seconda, molto più imponente della prima, Uno spicchio di sole, uscita ormai oltre due anni fa.
Rossella de Magistris non ha certo fretta di andare da qualche parte, ma sa che il cammino intrapreso con la pubblicazione di questi suoi libri la porterà lontano. Frequenta da tempo ambienti letterari nei quali conosce compagni di strada e nel confronto misura le proprie esperienze. Sa che la poesia è una padrona terribile, ma sa di poterle essere fedele.
L’analisi introspettiva è ancora una delle cifre che caratterizzano il fare poetico dell’autrice. La genuina voce dei sentimenti e la volontà di esporsi in un dettato lirico qui sono tutt’uno, poiché in lei non vi è distinzione tra essere e apparire. “Cuore”, “anima”, e “vita”, “amore” e “dolore”, ma anche “giorno” e “tempo” sono fra le parole ricorrenti in questa silloge – calata dunque nella dimensione temporale, la poesia è in fin dei conti uno specchio nel quale verificare le manifestazioni del quotidiano sentire.
Ben si comprende, sfogliando queste pagine, la sofferenza di sfondo a quanto di vita pur si riesce a cogliere: spesso si avverte, infatti, ed è più intensa di come appariva nel primo libro – e ha un procedere strisciante o incombente –, di solito superata a stento con dolorosa fatica, raramente con soddisfatta serena gioia, si avverte la morsa della consapevolezza che la vita non fa sconti a chi sbaglia.
Rossella de Magistris è comunque in vista di un appagante traguardo: trapela dai suoi versi e ci si può pertanto attendere tranquillamente la realizzazione di un obiettivo non di poco conto – la piena definitiva conquista di sé. Il che avviene appunto attraverso la pratica della poesia alla quale da qualche anno lei si è dedicata. Perché, dedicandosi alla revisione e scrematura dei famosi quaderni, sistemando queste raccolte, che sono destinate alla pubblicazione, e quindi offrendosi ad un giudizio non occasionale, lei sa che sta costruendo un’immagine di sé che rimarrà.
La poesia viene in questo caso usata come un sano rimedio, alla maniera sveviana, in certo modo, quasi per guarire dalla malattia che è la vita. Forse è vero che i poeti sono “folli come me” (per citare dall’ultimo testo di questo In cammino), ma hanno almeno capito che “questa vita, comunque sia, è la vera vittoria” – ed è una vera conquista, una dichiarazione non solo di poetica, ma una salvifica disposizione d’animo che consente di uscire “in purità di canto” dalla cattiveria del mondo, dal “male di vivere” che abbiamo conosciuto tutti e che spaventa però soltanto coloro che non sanno come esorcizzarlo, magari raccontandolo e partecipandolo.
“Senza vincoli e catene, libera d’amare”: così Rossella in poesia – e nella vita – vuole essere e vuole darsi. Principalmente alla famiglia, a chi le è vicino da sempre e ha condiviso il bene e il male, la felicità e lo sconforto, i desideri e le frustrazioni. Tutto questo è la sua poesia, il suo dirsi continuamente non solo per uno “sfogo dell’anima”, per scaricare il peso e alleggerirsi degli affanni, ma proprio per “amore”, per la convinzione che la poesia possa, consolando, unire anime in cerca di reciproco amore.

Poesia
anima mia che anela
a sviscerar passioni e sentimenti,
sensazioni dell’essere emozione.
E poi amore, unico, vero amore d’immenso.
Poesia che crea e stupisce,
annovera e consola,
sfogo dell’anima insieme
oppure sola.

Giuseppe Napolitano