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  • Titolo
  • Il mio Molise
  • Autore
  • Anna Cervo
  • Collana
  • Perseidi
  • Pagine
  • 96
  • Anno
  • 2015
  • Prezzo
  • € 12,00

È passato mezzo secolo e piú dagli anni in cui sono ambientate le vicende narrate in questo nuovo libro di Anna Cervo; cinquanta, sessant’anni certo non sono pochi, ma per certi aspetti è come se fosse passato un millennio.
Com’era la vita in un piccolo centro di montagna, San Giovanni, una frazioncina di Cerro al Volturno, e come era in tutti i paesi montani di Molise e Abruzzo e un po’ di tutto il centro-sud appenninico, è oggi inimmaginabile per un ragazzo nato dopo il cosiddetto boom economico. Nei piccoli centri di montagna, non c’era riscaldamento, se non un rustico camino, non c’era acqua corrente, non c’erano fognature, non parliamo del telefono. Il piú delle volte nei piccoli centri di montagna non c’era nemmeno la strada, ma ci si arrivava percorrendo una mulattiera.
A diciannove anni, Annalena, la protagonista di questo racconto, che poi altri non è che l’Autrice stessa, maestra elementare di prima nomina, arriva a San Giovanni di Cerro al Volturno, proveniente da una cittadina come Caiazzo, che non era una metropoli, ma dove comunque i servizi essenziali non mancavano. Il primo impatto è scioccante, la ragazza si trova spiazzata per la mancanza anche delle comodità essenziali. La casetta dove andò ad alloggiare per il riscaldamento doveva contare su un camino che faceva fumo e le finestre lasciavano infiltrare un vento gelido. Nel tempo libero non c’erano per la maestrina molti diversivi. Non altre distrazioni aveva che passeggiare lungo i sassosi sentieri di montagna. A questo va aggiunto che la sua prima nomina capita nell’anno scolastico 1955/56, e proprio in quell’anno scolastico, in febbraio, ci fu l’eccezionale, storica nevicata, ricordata come “la nevicata del ’56”.
Il primo contato con questo mondo, che si potrebbe definire arcaico, fu per Annalena molto duro, ma la ragazza cercò di adattarsi e gradualmente cominciò ad assuefarsi. Inizialmente si sentiva sconsolata, ma con il passare delle settimane e poi dei mesi finí con l’abituarsi a quella vita di paese, alquanto difficile e necessariamente sobria, e finí per affezionarsi sempre di piú a quei luoghi, a quella gente, ai suoi bambini, fino a condividere la vita degli abitanti del paese, le loro abitudini, le loro vicende eventi problemi, fino anche ad aiutarli nei loro lavori di campagna e nei problemi della loro vita quotidiana.
Nei successivi anni scolastici Annalena ebbe l’incarico in altri piccoli centri dell’Alto Molise, come Castel San Vincenzo e nella frazione La Cartiera, e anche qui il suo soggiorno fu piú o meno analogo, anche se non si ripeté il brutto impatto del primo anno.
Quegli anni furono per la maestra un’esperienza indimenticabile e tutto sommato bella, oltre che interessante. Tanto si affezionò, a quei luoghi e a quella gente, che oggi, a cinquanta, sessant’anni di distanza ne conserva nitido il ricordo e sente il bisogno di tradurre quei ricordi in testimonianza scritta. È quasi un bisogno, una necessità a cui non può rinunciare. E nasce questo libro.
Un libro interessante e piacevole. Interessante per il contenuto che recupera e consegna alla carta stampata ambienti e atmosfere che non esistono piú e piacevole anche perché Anna Cervo ha una buona capacità di scrittura, con una forma scorrevole e uno stile elegante. Una prosa limpida e fluente.
Dopo cinque decenni Anna Cervo ritorna in quei luoghi, che ritrova cambiati, e ritrova anche persone che le erano diventate, all’epoca, familiari. Racconta nell’introduzione:
«La mia esperienza risaliva agli anni cinquanta e il pensiero di rivedere, sia pure per un fuggevole ritorno, quei luoghi creava in me una strana emozione. [...] Fu cosí che, tornata a casa, ebbi voglia di raccontare al mio diario tutti i ricordi dei primi anni di scuola in terra molisana, per non dimenticare emozioni e sentimenti, persone, fatti ed esperienze che hanno segnato un breve periodo della mia vita.»

Ceppagna, 2 novembre 2015
Amerigo Iannacone

  • Titolo
  • Tremiti 2015
  • Autore
  • I poeti extravaganti
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 80
  • Anno
  • 2015
  • Prezzo
  • € 10,00

Dieci anni! Tanti ne sono passati da quel caldo 19 agosto 2005... Allora fu “Il treno dei poeti” a portarci dal Molise all’Abruzzo, dalla stazione di Carovilli (ma io salii a Pescolanciano) fino a Campo di Giove, dove leggemmo le nostre poesie e mangiammo al sacco ottimi panini molisani, su un prato di fronte alla Maiella. Ideatori della poetica avventura, Francesco Paolo Tanzj e Ida Di Ianni; partecipanti: Giovanni Petta, Giuseppe Napolitano, l’inglese Jessica Tandy e un gruppetto di ospiti francesi: Georges Drano, Patrick Geffroy, Léa Ciari e Nicole Drano Stamberg.
Da ripetere! Commossi e convinti dall’atmosfera creatasi quel giorno, decidemmo subito che l’anno dopo l’avremmo rifatto. E andammo per la prima volta alle Tremiti, dove conoscemmo altri poeti, altri amici. In realtà, non avevamo bisogno di un pubblico: ci bastavamo noi, ad ascoltarci, insieme ai pochi che ci accompagnavano. Poi venne “La corriera dei poeti”, nel 2007 (a Itri e Campodimele), e infine – dal 2008 senza interruzione – “La nave dei poeti” è diventato un appuntamento stabile, giunto ormai alla nona edizione.
Alternando San Nicola a San Domino, sulle Isole di Diomede (che bel nome, peccato l’abbiano cambiato...) abbiamo celebrato il rito della parola condivisa, certi di unire nelle nostre voci anche le nostre anime di “poeti extravaganti” (la definizione di Ida che ormai ci contraddistingue proprio da quando cominciammo a frequentare le Tremiti). Leggere di anno in anno poche poesie e farle partecipare a chi con noi crede nel valore della parola scritta, ci ha dato, a qualcuno di più, è normale, il coraggio che da soli non avevamo o non sapevamo di poter mostrare: di anno in anno si sono aggiunti e alternati poeti di mezza Italia meridionale: pugliesi, molisani, abruzzesi, campani, laziali, a parte gli ospiti stranieri (di Francia e Inghilterra, di Spagna, Polonia...).
E intanto, fin dall’inizio, fin dal mio libretto Il treno dei poeti, nella neonata collana “la stanza del poeta”, cominciai a pubblicare le poesie dei partecipanti – quelli che hanno voluto, ovviamente – perché del viaggio e della condivisione di parole ci fosse un documento da conservare e far conoscere ai partecipanti degli incontri futuri. Così è stato, così è, anche se non c’è più la vecchia collana e “la stanza del poeta” adesso è una collana edita nell’ambito delle Edizioni Eva, peraltro a cura dell’amico – e partecipante storico – Amerigo Iannacone.
Alla nona edizione dell’incontro poetico tremitese, come sempre organizzato da Antonio Mucciaccio, hanno partecipato il 13 settembre 2015: Margherita Agresti, Umberto Cerio, Gilda Cieri Stramenga, Amerigo Iannacone, Virginia Macchiaroli Mucciaccio, Gabriella Nicole Valeria Napolitano, Giuseppe Napolitano, Cristina Luisa Pace (ha letto le sue poesie la madre Adele), Luigi Peternolli, Rosalia Ruggiero, Irene Vallone, portando a 50 il numero complessivo dei “poeti extravaganti” che nel corso di dieci anni hanno dato vita alla simpatica consuetudine dei nostri incontri.
Dieci anni, dunque (ma undici edizioni), e 50 poeti. Numeri simbolici e augurali. Cercheremo di incontrarci ancora, magari non solo alle Tremiti, sviluppando un percorso di conoscenza (reciproca e personale insieme) – e peraltro alcuni di noi durante l’anno sono presenti insieme in diverse iniziative culturali delle nostre regioni di residenza.
Buona lettura! Non facciamo graduatorie, non emettiamo giudizi: è chiaro che tra noi ci sono autori i quali hanno all’attivo decine di pubblicazioni (e consenso critico e premi vari), e ci sono pure – di anno in anno capita – esordienti o scrittori di poche cose ancora inedite, ai quali viene concessa l’opportunità di aprirsi al pubblico, di scambiare opinioni e soprattutto “uscire” – in questa pubblicazione – trovando a disposizione lettori che da soli difficilmente troverebbero.
Auguri a tutti, perché, sulle onde di Diomede o dovunque, la parola sia conforto e traguardo.

Giuseppe Napolitano