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  • Autore
  • Chiara Franchitti
  • Titolo
  • Tracce d'eternità
  • Collana
  • Il Cormorano
  • Pagine
  • 56
  • Anno
  • 2017
  • Prezzo
  • € 14,00
  • Isbn
  • 978-88-94866-03-2


Già il titolo, Tracce d’eternità, di questa prima raccolta di poesie di Chiara Franchitti, ci dice molto. Già ci introduce, in un certo senso, allo spirito che guida la scrittura di Chiara, e quindi alla tematica prevalente delle poesie, che sono pervase, quasi tutte, da una sincera spiritualità.
Conosco Chiara da alcuni anni ormai. Ha collaborato con me all’editing di alcuni libri, è lei stessa autrice-curatrice – in collaborazione con Carmen Buono – di tre libri, Frammenti di speranza, Ferma il tuo esodo e Modellati dalla tenerezza. È coautrice con altre tre colleghe del libro Quattro autori per quattro medioevi?, ed è curatrice di alcune altre pubblicazioni.
Fin dalle prime volte che l’ho incontrata, Chiara mi ha sorpreso per la maturità e per la notevole cultura che mostrava, a dispetto della giovane età e poi mi ha sorpreso per la sua dimestichezza con il lavoro editoriale. Ma, a parte questo, mi ha favorevolmente colpito per il suo carattere aperto e ben disposto nei confronti degli altri, e per l’atteggiamento con cui si pone di fronte alla vita, per l’impulso ottimista, che le fa trovare e cogliere in ogni cosa, in ogni evento, in ogni vicenda l’aspetto positivo.
Non mi sono meravigliato quando, la prima volta, ho saputo che scriveva anche poesie. Mi ha dato a leggere i suoi testi e li ho trovati validi e degni di far parte di un libro della collana “L’Albatro”.
Tutta la raccolta è sottesa dal filo conduttore di quella spiritualità, di cui parlavo, ma ti rendi conto che non si tratta solo di un atteggiamento e nemmeno di una scelta, ma di una sua disposizione naturale. Alcune poesie sono quasi delle preghiere. Si legga “Vieni!”.

Spegni il caos della mia mente,
fatti strada tra i pensieri,
scaglia, getta, butta giú tutte le porte,
irrompi dentro me, riempimi di te.

Grida, urla a squarciagola,
fissati davanti al mio sguardo.
Ti prego, insisti,
ho sete di te.

Vieni, vieni,
io ti aspetto.
E se già sei accanto a me
ti supplico, accendimi la luce.

È una preghiera, ma una preghiera che non rinuncia a una lingua piuttosto vigorosa.
“Tu sei”, un’altra poesia-preghiera che vale la pena citare:

Il tuo silenzio
è il grido della tua presenza,
o Padre d’Amore.
Ti annulli in mollichina
e sei qui
sulla soglia di casa
con le braccia spalancate
ad attendere me.

Ma le dovrei citare quasi tutte. È ovvio che non potremmo leggere le poesie di Chiara prescindendo dalla forte spiritualità che le caratterizza. Questa sua peculiarità non le impedisce però di scrivere anche versi delicatamente sensuali. E ci sono anche versi per la persona amata (al fidanzato dedica, tra l’altro, l’acrostico “Festa”, giocando sul significato del cognome).
Spesso i versi sono caratterizzati, più che da musicalità, da quella che è proprio “cantabilità” e qui scopriamo uno dei tanti interessi e attività di Chiara (che suona la chitarra, fa parte di un coro, è capo scout, assume spesso il ruolo del cosiddetto ghost writer, ecc.). Se andiamo a leggere il testo “Orme su foglie”, vi troviamo quello che è il testo di una canzone con rime e metrica e anche con un refrain (“Brevi ma intense / giornate d’autunno / lasciano orme / su manti di foglie.”»
E voglio concludere con una poesia che ci presenta un ritratto morale, sia pure involontario, dell’autrice. La poesia è datata 2007, quando Chiara era ancora al liceo. C’è rabbia, “lacrime di rabbia”, per la sua “sete di conoscenze”, “voglia di sapere”, “desiderio di cultura”, che i suoi insegnanti non soddisfano.

Lacrime di rabbia

Sete, sete di conoscenza.
Voglia, voglia di sapere.
Desiderio, desiderio di cultura.

Soffoco, quasi non respiro.
Busso alle porte,
a tante porte,
ma nessuno è disposto ad aprirmi,
nessuno è disposto a dissetarmi.

Ho sete, a tratti svengo.
Vorrei urlare, ma non ho voce.
Sono priva di forze
e piango, piango di rabbia.

E allora, benvenuta, Chiara, nel mondo della poesia, benvenuta a una nuova voce poetica di cui il Molise può andare fiero.

Amerigo Iannacone
4 giugno 2017, Ceppagna

Foglio Volante n°3 Anno XXXIII Marzo 2018


La Processione

Lo stendardo delle parole
è già apparso alla porta;
danze gioiose sotto il manto delle Muse;
la gente applaude,
i musicisti accompagnano con ritmo
le idee che stanno indorare
l’avvenimento momentaneo;
il vento aiuta a scoprire
il senso delle parole nuove
che circondano con piacere
lo stendardo che invoca idee nuove
come un treno che passa veloce
stupito della bellezza del d’intorno.
Una processione di parole cadono
successivamente impetuose
sul mio quaderno.

27.1.18
                        Carmel Mallia - Malta


L’Aquilone
Poesia giovane
A cura di Antonio Vanni

Colpito dallo sguardo
di questi alberi spioni
ascolto vita redenta
da nubi misteriose.

L’autunno scandisce
il cambio dell’era
che presto arriva
ingannata dal tempo.
[...]

Carlo Sarnelli – anni 20


A ottantacinque anni

A ottantacinque anni
è divenuto un bambino.
Si emoziona
per ogni piccolo gesto
per un ritorno dei pensieri
agli amici
di un tempo
alle ore felici,
ai momenti piú neri,
per un ricordo mesto,
per un’allusione,
per un silenzio.
Lo commuove un bel film
e persino
uno spot indovinato.
Come un bambino
diventa triste
se viene trascurato.
Nell’eterno
alterno percorso dell’età,
circolo misterioso,
nel figlio,
e forse nel nipote,
sogna la figura del papà.

Amerigo Iannacone

Foglio Volante n°2 Anno XXXIII Febbraio 2018


Abitare saggiamente la terra
Illustriamo il degrado ambientale e sociale

Vi invitiamo a documentare, con fotografie inedite, il degrado ambientale e sociale di qualsiasi angolo del mondo.
Ne faremo una memorabile mostra, su vari supporti. Assieme alle foto, pubblicheremo la sintesi biografica di ogni autore.
Come noi e Voi, quasi tutti gli altri sanno che stiamo portando al collasso il pianeta: terra, acqua, aria; solo l’elemento fuoco di noi s’infischia e ci aiuta a infliggerci la finale sconfitta. E, esattamente come i governi occidentali, il governo cinese e quello indiano sanno che tanti di più siamo a respirare, noi e gli animali che alleviamo in quantità incalcolabile, tanto più ossigeno ci occorre; ma continuano a permettere la deforestazione, pratica che riduce proprio la produzione dell’ossigeno.
Economia e finanza, un tempo supporti essenziali del vivere civile, si vanno trasformando in mostri, coi quali si convive, arresi, nella disperata paura; questa sì condivisa, come non è riuscito di fare con la ricchezza. Uniti siamo, nella prepotenza sociale. Si sa benissimo: quando più persone vogliono sollevare un pesante oggetto, danno un ritmo alla voce, fino all’ultimo dai, al fine di spingere tutti assieme.
Tuttavia, non ci pare di vedere sociali esperimenti di tal genere; mentre i predicatori sono numerosi quasi quanto i presidenti e bastanti per incancrenire le orecchie. Ma almeno una cosa facile non andrebbe tentata? Per provare a darsi coraggio tutti assieme, se non l’efficienza di unire le coscienze.
Una cosa facilissima è questa, quasi un divertimento da collezionisti: riassumiamo fotograficamente la situazione del pianeta. Ecco: Vi invitiamo a documentare, con fotografie inedite, il degrado ambientale e sociale di qualsiasi angolo del mondo. Ne faremo una memorabile mostra, su vari supporti. Un archivio senza precedenti, uno smisurato “mettere i punti sulle i”!
E se avremo bastevoli risorse, stamperemo una o più raccolte di un numero significativo delle più salienti, per una mostra itinerante, da sede a sede d’associazioni che si proporranno.
Le foto, senza limite di numero, vanno inviate in formato jpeg a: associazione@siciliaesperantista.com
Per ogni immagine occorre specificare il luogo, il giorno e l’ora in cui è stata realizzata. L’autore deve inviare una breve sua biografia, il suo indirizzo e-mail, possibilmente il telefono, i dati anagrafici e una foto che lo ritrae. Autorizzarne la pubblicazione.
Nel divulgare quest’iniziativa, tutte le Associazioni, esperantiste o che perseguono lo sviluppo civile, possono aggiungere il loro marchio, dandocene notizia. Per un mondo giusto e in armonia. Auguri a tutti voi. Viva la Terra!

Samideano (Giuseppe Campolo)


Ancora per Amerigo

È possibile
che la morte crudele di un amico
ti sconvolga a lungo, molto a lungo,
più di quella di un fratello?
È possibile:
vedi quella di Amerigo.

È possibile
che la scomparsa impensabile di un amico
ti faccia perdere l’equilibrio,
come se all’improvviso ti mancasse
un sostegno indispensabile, una stampella?
È possibile:
vedi quella di Amerigo.

È possibile
che il “fraterno”, così usurato
tra gli appartenenti
a un partito o a una conventicola,
riacquisti in un istante tutta la sua carica
di affetto e verità?
È possibile,
se il fraterno è riferito ad Amerigo.

Gerardo Vacana