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  • Autore
  • Giuseppe Ernesto Segreto
  • Titolo
  • Il ballo della vita
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 96
  • Anno
  • 2015
  • Prezzo
  • € 10,00

«Ci sono storie che non possono avvenire dinanzi agli occhi di tanta gente, e credo che la mia storia faccia parte di questa ristretta cerchia». Con queste parole l’autore introduce il suo racconto, fornendo già la chiave di lettura della sua opera; essa narra una storia particolare, caratterizzata dalla descrizione di sentimenti profondi e impalpabili, e per ciò stesso inadatta alle grandi platee, anzi assolutamente intima e riservata.
Una storia dove emerge il profilo umano ed emotivo di un ragazzo di 23 anni, con tutti i tur-bamenti, gli entusiasmi e le paure della sua gio-vane età, ma dove gli spunti di riflessione sulla vita e sul suo significato sono numerosi e profondi, rivelando una capacità non comune di leggere l’animo umano ed i sentimenti che in esso albergano. Il primo, il piú importante, è l’amore, che costituisce l’elemento guida di tutta la narrazione, preparato da una vicenda che trova il suo acme nell’incontro con Margherita, la donna per eccellenza, simbolo di un eterno femminino che ricorda l’irraggiungibile Micòl, emblematico personaggio creato da Giorgio Bassani ne Il giar-dino dei Finzi-Contini.
L’amore per la bellissima Margherita, però, non esaurisce il significato del racconto, ma sembra a volte solo il pretesto per andare oltre, per scendere sempre piú nel profondo dell’animo umano o salire al di là di ciò che vediamo con gli occhi razionali della mente, in una dimensione surreale, onirica, dove trovano voce e luogo i fantasmi del nostro cuore, angeli o demoni che siano. Il passaggio continuo, a volte repentino, tra la quotidianità “normale” e il sogno, che spesso appare come una voragine che inghiotte il protagonista per condurlo attraverso fiabeschi giardini incantati o palazzi tenebrosi con labirinti angoscianti, è lo strumento narrativo di cui l’a-utore si serve per dare voce al flusso ininterrotto di razionale ed irrazionale che si avvicendano senza sosta nel nostro animo, flusso che si concretizza in immagini che evocano atmosfere a volte barocche e a volte gotiche.
Non solo romanzo d’amore, dunque, ma viaggio nell’animo umano, ricco di spunti di riflessione e condotto attraverso l’esperienza di un ragazzo qualunque, che, pur immerso nel suo mondo e nella vita forse troppo veloce dei giovani di oggi, non ha rinunciato al piacere di fermarsi per riflettere. Un racconto originale, scritto con garbo, che riesce ad avvincere il lettore sin dall’inizio, conducendolo con leggerezza ad un epilogo per nulla scontato, dove Margherita svela finalmente la sua natura di simbolo universale.

Sabrina Mazzeo

  • Autore
  • Rita De Magistris
  • Titolo
  • Uno spicchio di sole
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 64
  • Anno
  • 2015
  • Prezzo
  • € 8,00

Spicchio di sole spacca le nubi

Ormai ha solo l’imbarazzo della scelta, come si dice in questi casi: Rossella de Magistris ha scritto per anni e ha conservato tutto, in vista di un giorno che la convincesse a proporsi come autrice, che la po-nesse – edita e disponibile alla lettura – nel mirino di chi ancora alla poesia attribuisce un ruolo, letterario non solo ma umano. Prima ancora che essere poetessa, lei è infatti umanissima creatura che si offre nelle facce che il tempo le ha dato: co-minciando a sistemare le decine e decine di poesie raccolte nello scorrere della sua esistenza, Rossella ha deciso infatti di mostrarsi come donna, ricca di sé, del suo vivere stesso, della tenace volontà di vivere. E dirsi, certo, poiché scrivendo sapeva bene che prima o poi qualcuno avrebbe letto e scoperto, magari compreso, forse condiviso... la funzione del fare poesia è quella di partecipare e mettersi in comunione.
Il regalo di queste quarantanove poesie è dunque appena un inizio, un primo sorso di vita vissuta e custodita sulla carta. Rossella ha selezionato e ordinato – senza troppo rigore, sembra, ma con la ferma convinzione di rendere manifesta una sua via, nella quale ha percorso i gradini non sempre agevoli del suo andare, costruendo e sperando, aspettando e risolvendo, spesso anche subendo lo schiaffo del tempo e della sorte, l’incomprensione e la delusione degli uomini. Ma comunque avanti, non è tipo da fer-marsi sugli ostacoli: capace anzi di procedere pur nelle difficoltà e nelle intemperie, cui la vita ci spinge contro, anche inconsapevolmente – ma ineluttabile.
Asprezza di toni e leziosità lessicali, durezza di forme, insistite ellissi: la vena lirica qui oscilla tra varie lezioni espressive, ma il tono generale è co-stante, essendo costante l’attenzione che Rossella de Magistris ha posto alle cose della vita, ai sentimenti del prossimo, abituata a tenersi dentro le osservazioni anche se sulla carta si assicurava che rimanessero a futura memoria, anche sua. E poi, adesso che la vita le pare pronta ad una svolta, rinnova il suo patto con il mondo, facendo i conti col passato e dunque catalizzando il brutto e il bello del suo vissuto.
Incastonati nel fluire di immagini e sensazioni, certi versi isolati valgono la bellezza di questo libro: l’autrice si fa qualche volta prendere dal pathos dell’esistenza e ne risente l’armonia di qualche testo – o è da pensare che voglia proporsi proprio come ella stessa sente l’accartocciarsi della foglia esistenziale... Non ha pudore proprio perché non ha più paura di sé. Per evitare che «L’intera vita [sia] pagine scritte, / ma non su scaffale posate, / bensì al fuoco consegnate», bisogna imparare a riconoscerla come una «Giostra senza posa [che] gira come vortice»: l’artificio poetico coglie momenti che si susseguono senza posa e ne registra – spontanea adesione – il valore di e-sempio.
Perciò emergono – segnacoli imprescindibili nel-l’itinerario insieme umano e artistico – i ricordi della paziente tessitura (e delle smagliature, confessate anch’esse) di una complessa femminilità. Così, come uno «Spicchio di sole spacca le nubi», sgorga dal-l’animo afflitto una parola che consola, che riapre e slarga e invita a percorrere di nuovo un sentiero dimenticato, una via sbagliata, una porta troppo a lungo rimasta chiusa. Ecco perché “Cerco” (uno dei testi più belli di questo libro) diventa un modo di essere, un desiderio di andare oltre, di non contentarsi al quia – direbbe Dante: bisogna cercare con la speranza non solo di trovare, ma perché nel cercare stesso è il trovare, la capacità di leggere nelle cose e scor-gervi presenze e significati.
La poesia di Rossella de Magistris, “Gabbiana stanca” che spinge “solinghi pensieri” verso oriz-zonti di sogno, è un bacio di sole, una lacrima di pioggia, un sorriso di alba nuova. Nella parola poetica, l’anima («or nuda a meraviglia») si quieta e il dolore del giorno appare cristallizzato e sopportabile: non è più un “pozzo”, l’animo, in cui celare i pensieri del male; è invece una “risposta condivisa” a chi sia capace, pronto, responsabile, al lettore cui si rivolge infine la musica soave di un palpito e da cui si aspetta però uguale forza d’animo nel decifrare i segni di un sentire comune.
Intanto, sfogliando le pagine che sono il dono di queste poesie, possiamo essere certi che Rossella non ci lascerà: pegno di amicizia, ci offre stille di sua vita – genuine passioni di donna che subisce il fascino della parola poetica più di quanto voglia dominarla forzandone i sensi –, soffre nell’offrirsi scoperta delle difese dietro cui non vuole più difendersi, e vive con noi per essere la vita che vuole. Ci darà ancora notizie di sé, ci vorrà ancora con sé, ci chiamerà a leggere altri quaderni del suo diario, a sfogliare altre pagine del suo grande cuore – e saranno scintille che accenderanno il nostro.

settembre 2015
Giuseppe napolitano