Una solida tradizione agiografica propone Amasio, vescovo di Teano, come esemplare defensor fidei nella lotta che la Chiesa cattolica andava conducendo, nel IV secolo, all’indomani della svolta costantiniana, contro il dilagare dell’eresia ariana. Pur avendo nella città sidicina il suo epicentro geografico, il culto del Santo durante i secoli centrali del Medioevo era destinato ad una incisiva ramificazione nel Lazio sud-orientale. Vari interrogativi si pongono alla ricerca. Quando approda a fissaggio semantico la memoria agiografica di S. Amasio? Che ruolo ha giocato la propaganda di Montecassino nella diffusione del culto amasiano? Quale relazione intercorre tra l’Amasio iscritto nella cronotassi degli Antiquiora Theanensis Ecclesiae Monumenta come secondo vescovo della propria storia e l’Amasio proposto dalla Passio Restitutae come protovescovo di Sora? Come mai il Baronio non ha recepito il nostro Santo nel Martyrologium Romanum? Perché sono gemmate certe incidenze toponomastiche a Piedimonte S. Germano e ad Arpino? Quali tradizioni popolari caratterizzano la locale devozione religiosa? A queste e ad altre domande risponde il presente volume curato da Filippo Carcione, ricercatore universitario
(Cassino - Dipartimento di Scienze Umane e Sociali - Laboratorio di Antropologia Visuale).