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AA.VV. |
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Premio Una fiaba per te 2009 |
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Premio Una fiaba per te |
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148 |
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2009 |
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€ 14,00 |
Partecipare alla creazione di un sogno
«In questi giorni di vetrinette per tutti e serietà per pochi, fa bene accorgersi che la parola scritta ancora vuole (e si prende) i suoi spazi… il concorso merita di avere una seconda edizione ed altre ancora, per offrire nuove possibilità di emozionarsi a chi scrive e a chi legge favole di oggi, a chi ogni tanto sa fare a meno del perenne teatrino delle immagini videotrasmesse e preferisce sognare sulle ali della fantasia, quella piú difficile, quella che le immagini le fa nascere dal gioco delle parole»: cosí nella premessa all’antologia dell’edizione 2007 del Concorso “Una fiaba per te”, organizzato dall’associazione culturale “Ad Flexum” di S. Pietro Infine. Intanto è arrivato il centenario del Futurismo, e sta per arrivare il centenario di una sconsolata affermazione di Umberto Saba: “è tempo che i poeti facciano la poesia onesta”, affermazione ahimé sempre attuale. Insomma, noi che crediamo nelle favole, nella parola che ce le racconta e ci porta (o perfino ci prende) in giro, nella fantasia che non si vergogna di canzonare la realtà perché si possa riflettere su entrambe – e accorgersi di quanto siano “vere” certe invenzioni (e quanto siano fasulli per contro certi modelli che ci offre la realtà dei nostri giorni) – a noi fa piacere che ci siano tanti scrittori i quali hanno voglia di misurarsi con un genere antico, a torto ritenuto solo per bambini…
Dunque, siamo ancora qui: la terza edizione del Concorso “Una fiaba per te” va in archivio con questa pubblicazione dei testi migliori… Ancora una volta, quanta fatica per decidere il migliore, i migliori, per decidere chi eliminare alla fine dalla rosa dei selezionati… Anche se (va detto proprio per onestà) quest’anno è leggermente calato sia il numero dei partecipanti sia il livello medio dei testi pervenuti: non mollate! viene da dire, agli scrittori di storie, a coloro che hanno partecipato alle prime due edizioni e si sono (speriamo solo un po’) seduti a riposare. Il mondo ha bisogno di favole vere, di favole oneste! E quante invece siamo costretti a leggerne, di aspiranti principi e principesse (piú queste, in verità), e di maghi e streghe e orchi e fate che offrono e poi strappano sogni! È un mondo di immagini, il nostro, poco amante di belle parole, delle belle parole che davvero fanno vivere i sogni.
Noi siamo qui ad ascoltare le parole oneste di chi vuole illuderci che il sogno è possibile, noi pensiamo che abbiano ragione coloro che – partecipando a questo concorso – hanno voluto mostrarci un orizzonte, magari “finto”, oltre la siepe, oltre i confini della realtà, o immediatamente prima di quei confini, dove cioè il reale sta per confondersi con la fantasia ma conserva ancora i connotati del possibile. Vogliamo conservare la speranza che si possa guardare dentro di noi leggendo una storia inventata, che però sappia di noi come siamo, come ci hanno insegnato altri a conoscerci. Vorremmo anche la speranza che le storie raccontate ci parlino di un mondo onesto e vero, dove i buoni sentimenti siano quelli buoni e dove i cattivi abbiano le botte e finiscano in guardina… ma questa sí, questa è una favola che non si può raccontare.
Non è il caso (come pure si sottolineava in quella già citata “premessa” del 2007) di sottilizzare sulle caratteristiche “tecniche” alle quali una “fiaba” dovrebbe rispondere: ci si può contentare, se lo spirito è nuovo, anche di “variazioni sul tema” – comunque interessanti e coinvolgenti. Accontentiamoci allora di “Una fiaba per te” e ringraziamo l’intuizione di Maurizio Zambardi e dei suoi amici di S. Pietro che hanno avuto l’idea di proporre un premio alla fiaba. Nel panorama vastissimo dei concorsi letterari non c’è molto spazio per la narrativa favolistica, e va riconosciuto il merito all’Associazione “Ad Flexum”.
Noi della giuria, abituati per mestiere e per passione a leggere e leggere di tutto, ci saremmo rilassati volentieri nella lettura di testi semplici e discorsivi tipo “c’era una volta”… ma abbiamo trovato improvvise e impreviste aperture liriche, improvvise e impreviste impennate retoriche. Nelle fiabe pervenute a questa terza edizione del Concorso abbiamo colto molte buone capacità espressive e narrative, alcune ardite costruzioni di personaggi e situazioni, perfino qualche ammicco a generi di moda come il “noir” (del tipo “e morirono tutti felici e contenti”) – ma in definitiva abbiamo potuto apprezzare la precisa volontà di partecipare alla creazione di un sogno, quello che vede la parola protagonista, la parola capace di rappresentare e alludere, di far danzare la mente sull’onda di un viaggio oltre i confini del dicibile. E parecchi dei concorrenti hanno toccato questo traguardo – e non è poco.
Giuseppe Napolitano