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Il sole e l’azzurro

  • Autore
  • Antonella Sozio
  • Titolo
  • Il sole e l'azzurro
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 88
  • Anno
  • 2014
  • Prezzo
  • € 8,00


Il tuo visino dissipa ogni nebbia...

SI POTREBBE assumere questo dolcissimo verso come esergo, e farne insieme la chiave d’ingresso nel libro e nell’animo dell’autrice. Antonella Sozio è felicemente nonna e scrive per il nipotino Lorenzo poesie d’amore senza ritegno, senza paura di esporre i sentimenti - vive nella sua poesia una storia intensa (ancor più intensa perché il piccolo Lorenzo vive dall’altra parte dell’Oceano e ancora più lontano), una storia fatta di momenti assaporati nel farsi parola e condivisi pertanto per fare innamorare anche il lettore dell’oggetto del suo amore.
È un’opera matura, di forti suggestioni, Il sole e l’azzurro, ed è insieme un regalo inusuale, da nonna a nipote, affidato alla carta stampata perché vuole rimanere come testimonianza non occasionale. La poetessa molisana – che aveva esordito anni fa quasi in sordina ed era apparsa poi solo in riviste o in pubblicazioni collettive – ha deciso, con Il sole e l’azzurro, di riproporsi ad un pubblico più vasto nelle vesti che più riconosce sue.
Ormai sicura delle sue capacità espressive, Antonella Sozio costruisce e presenta un libro che ha una propria completezza, anche se raccoglie i testi senza un ordine apparente: il filo conduttore è il desiderio di comunicare a Lorenzo quanto profondo sia il potere della sua presenza nel mondo – per ora quello degli affetti familiari, augurandogli certo di essere presenza viva nel mondo che lo accoglierà tra non molto, e addirittura (in un apotropaico rovesciamento di ruolo) lo farà artefice di una nuova dimensione esistenziale per gli stessi autori della sua esistenza:

sarò messe
solo se tu sarai seme.

E si può chiudere questa nota di pre-sentazione con un’altra citazione esemplare, che è un’altra ancora di salvezza, e una subliminale dichiarazione d’amore (e ce ne sono diverse nel piccolo libro che Jason Forbus ha tradotto con affetto paterno oltre che con la sensibilità poetica nota a chi conosce la sua poesia):

mia luce sempre
in fondo al pozzo dei giorni.

Giuseppe Napolitano

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