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Il Foglio Volante di dicembre

Foglio Volante n°12 Anno XXXII Dicembre 2017


Ho sognato Amerigo Iannacone

Mi trovavo in una grande stanza illuminata con la luce artificiale: non ho visto finestre; doveva essere tardo pomeriggio, come quando si aspetta in sala d’attesa di uno studio privato e c’era tanta gente, chi seduta sulle sedie disposte lungo le pareti, chi in piedi in mezzo alla stanza e avevano i cappotti pesanti, predominava il grigio antracite dei soprabiti; parlavano fra loro uomini e donne perlopiù di mezza età. Io stavo tra loro in piedi quasi al centro della stanza e ad un certo punto mi giro verso destra per vedere l’ambiente com’era pieno, o forse perché da destra doveva venire qualcuno, fatto sta che stavamo tutti aspettando chissà cosa, chissà chi...
In un angolo della stanza, sempre a destra, c’era una scala di pochi gradini digradanti costruita in modo da riempire l’angolo e finiva con una piccola porticina scura. Sembrava la scalea angolare di una cattedrale per raggiungere il pulpito da parte del celebrante per svolgere la sua predica e alla fine della breve gradinata, davanti alla porticina prima di aprirla per entrarvi, ho riconosciuto il nostro Direttore Americo Iannacone che aveva la mano alzata, probabilmente la destra ed ha cominciato a salutare tutti gli astanti che lo stessero guardando o meno, compreso me. Non ha detto nulla e dopo il suo breve saluto fatto con la mano e senza sorridere, ma con un atteggiamento più che compassato ha aperto la porticina ed è entrato dentro.
Commento al sogno: Il Nostro Direttore, purtroppo, è andato via bruscamente, senza avere avuto la possibilità di salutare qualcuno, compreso i familiari. Dopo circa quaranta giorni dalla sua morte, mi è venuto in sogno, dal momento che, secondo le parole della nota veggente calabrese ormai scomparsa Natuzza Evolo, le anime dei defunti possono mostrarsi ai mortali attraverso i sogni dopo questo lasso di tempo necessario per la loro entrata nel regno dell’aldilà, forse un periodo di iniziale loro purificazione. Secondo il mio punto di vista, il professore Iannacone mi ha dato l’incarico di salutare tutti coloro che fanno parte della ormai grande famiglia de Il Foglio Volante, e tutti quelli che hanno pubblicato con le Edizioni Eva. Salutando me e l’intera sala gremita che c’era nel mio sogno, lui finalmente si è accomiatato ed è riuscito ad entrare in un luogo che a noi mortali non è consentito di sapere e vedere. Infatti, io e la gente che riempivamo quella stanza non sapevamo cosa esistesse oltre quella piccola porta nera. Mi sono resa conto di averlo riconosciuto defunto solo al mio risveglio, perché nel sogno lo avevo creduto perfettamente vivo, così come lo ammiravo in abito scuro e composto. Lui è morto di luglio in pieno caldo, mentre nel sogno stavamo in inverno inoltrato; infatti aveva giacca e pantaloni pesanti e sempre la sua mole che lo contraddistingueva fra tutti.
Quindi, nel regno dei morti lui ora sta bene, non mostrando alcun genere di dimagrimento, e ci teneva a salutare soprattutto me, perché il giorno prima dell’incidente, l’11 luglio 2017, gli telefonai per sapere a che punto stavano le cartoline con le mie poesie ispirate agli alberi – risulta infatti al centro di esse anche l’immagine a colori della copertina del mio libro di poesie Dalle radici alle foglie alla poesia – e lui, dopo avermi risposto, mi confidò che stava preparando un gruppo di persone di sua conoscenza, tra cui lo storico suo amico poeta Antonio Vanni, che sarebbero venuti a trovarmi a Fiuggi, a casa mia. A quella notizia reagii con gioia e stupore, iniziò in me un’emozione straordinaria e incontenibile che gli manifestai, e ci lasciammo con quella promessa. La mattina del giorno dopo avvenne la tragedia ed io, quando lo seppi, il 13 luglio, giorno dei suoi funerali, grazie alla telefonata della mia carissima amica scrittrice Adriana Panza di Isola del Liri, non riuscivo ad accettare la sua morte. Mi sono sentita per diversi giorni disorientata e persa; non andai alle prove del coro parrocchiale di cui faccio parte la sera del 13 luglio perché tutto in me non accettava la sua perdita. È stata la prima persona a cui ho telefonato una mattina quando stavo al Policlinico Gemelli di Roma, in attesa che venisse il mio turno per fare la radioterapia nel tubo per venti minuti, dato che si dovevano distruggere le metastasi tumorali che hanno colpito la colonna danneggiandomi una vertebra e quel giorno, doveva essere marzo 2017, lui mi rispose e mi disse che avrebbe mandato in stampa le mie nuove cartoline sugli alberi. Stavo malissimo e sulla sedia a rotelle; tuttavia soltanto la sua voce, il risentirlo mi diede la speranza che presto sarei tornata a scrivere, ad occuparmi della mia attività letteraria; la mia continuità stava in quelle bellissime cartoline che mi stava stampando e che finalmente ho ricevuto il 20 settembre scorso, consegnatemi a mano dall’inestimabile moglie Maria Grazia che mi ha nuovamente vista in piedi. Io e Adriana speravamo fino all’ultimo in una omonimia, cioè che qualcun altro era morto avente lo stesso suo nome e cognome, ma di lì a poco capimmo che era morto proprio il nostro carissimo, unico e indimenticabile Direttore Editore Amerigo Iannacone.

Isabella Michela Affinito


Ricordo di Amerigo

Negli istanti di solitudine
pesa sempre di più la tua assenza
un vuoto che consuma le viscere,
inghiotte e soffoca...

Ma giova il ricordo della tua presenza
come balsamo su una ferita ancora viva...

Quella tua presenza, ora eterea,
che ancora genera un sorriso.

Patrick Sammut - Malta


Natale 2014

Forse un mare in burrasca
ogni giorno dell’anno
pare stia per travolgerti
e non trovi appigli di speranza
cui aggrapparti.
Ma Natale viene anche
per iniettarti
una piccola dose di fiducia,
per farti riscoprire
il buono ch’è in te,
per invitarti a corroborare
una timida nota nascosta.
Non smarrirti nel male:
ogni giorno dell’anno
portati dentro il Natale.

                                        Da Eppure (Edizioni Eva)


Kristnasko 2014

Eble ŝtorma maro
ĉiutage en la jaro
ŝajnas esti ruinigonta vin
kaj vi ne trovas esperan hokon
al kiu alkroĉiĝi.
Sed Kristnasko venas ankaŭ
por injekti al vi
etan dozon de konfido,
por remalkrovrigi al vi
la bonon kiu estas en vi,
por inviti vin vigligi
timeman kaŝitan noton.
Ne perdiĝu en la malbono:
ĉiutage en la jaro
kunportu en vi Kristnaskon.

                                        Da Kai tamen (Edizioni Eva)
                                        Amerigo Iannacone


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