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Concerto Questioni d’amore

  • Autore
  • Daniel Leuwers
  • Titolo
  • Concerto Questioni d'amore
  • Collana
  • La stanza del poeta
  • Pagine
  • 64
  • Anno
  • 2015
  • Prezzo
  • € 8,00

La concreta visione
Daniel Leuwers tra lezione e azione

Presente più volte nella collana “la stanza del poeta”, nella sua prima serie, Daniel Leuwers apre in questa nuova serie la partecipazione degli autori stranieri – ed è un onore che sia lui (oltre che un piacere, per l’amicizia che ormai ci lega da anni, fin da quando mi fu presentato dagli amici Georges e Nicole): già professore all’Università di Tours e promotore della fortunatissima collezione dei livres pauvres, è una voce importante della poesia francese contemporanea.
Quando mi ha chiesto se potevo provare a tra-durre ancora qualche suo testo, qualcosa che diventasse il (suo) terzo libro italiano, dopo Fausseté du vrai e Malamour, la mia risposta (positiva!) è stata immediata. La poesia di Daniel mi coinvolge, è colta, e sa pure come parlare con parole chiare: la sua peculiarità è comunicare direttamente attingendo a codici riconoscibili: quelli dei sentimenti
Sentimenti però – qui, d’altronde, è la vena che ci accomuna – filtrati, mediati, sempre depurati dalla ratio superiore che domina la scrittura.
Anche la scansione a volte aspra dei suoi versi è sempre poggiata su cardini mobili, eleganti: le sonorità ricorrenti, le rime – mai casuali, pur se appaiono sparse –, sono caratteri forti di una lingua che si snoda e si avvolge intorno all’oggetto descritto. La suggestione delle immagini nasce e si sostanzia dall’evocativa forza della parola. In un verso è presente quindi la cosa (o la sensazione che produce), la percezione di essa, la codificazione e il messaggio che la rende altro da quel che è: la forma poetica è pittura aggiunta alle parole, è colore, è musica e suono.
Daniel Leuwers ha appena compiuto settant’anni, ma crede ancora che la poesia possa aprire percorsi e nuove porte nel mistero dell’esistenza (anche la sua); bisogna però saper “amare ancora” e “amare l’amore”, come lui dice, bisogna saper “carezzare le tue piaghe per nascondere le mie”... La poesia è dono e ricerca insieme, è “voce profonda” e “luce particolare” che si fanno “chiaro cammino” oltre l’oscurità dei giorni. La poesia è sconfitta della solitudine ed è “mistero totale” che va penetrato con lo slancio di un nuovo sentimento al quale affidiamo convinti l’ipotesi di un cambiamento.
Questo Concerto di Daniel Leuwers si compone di tre momenti, tre poemetti a loro volta articolati in sezioni (e i numeri sembrano avere un ruolo importante nella composizione di queste suites liriche: “Trios” è formato da tre parti di tre strofe; mentre i “Quatuors” sono sempre divisi in tre, ma con quattro strofe per parte). Come d’abitudine, la vena dominante è quella erotica, appena sfiorata a volte, altrove più evidente, comunque delicata (e allusiva, certo memore di esemplari letture) nel mostrarsi e nell’esprimersi, nello schiudere paesaggi mentali che si sospendono al sogno.

***

Che in un anno questa nuova serie della “stanza” abbia raggiunto le dieci pubblicazioni è un segno di fiducia: autori affermati e giovani esordienti si fidano dell’etichetta che li accoglie. E l’etichetta si fida di loro poiché è proprio nella filosofia della collana ospitare voci nuove e promuoverne la conoscenza presso un pubblico, forse non vasto ma competente e appassionato, che difficilmente certi autori giovani e poco noti potrebbero raggiungere. Che ci siano anche qui (com’era accaduto nella vecchia “stanza”) entrambi i miei genitori è un omaggio e un augurio, a loro e a me.

Giuseppe Napolitano
settembre 2015

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